Ma c’è anche un’altra ragione per la quale è bene fare un passo alla volta: è più facile fare un passo ogni giorno che correre ogni giorno una maratona. E quando si ragiona su progetti ad ampio respiro è meglio essere abituati a fare un passo ogni giorno che partire di gran carriera con una maratona. Anche perché se non si è allenati la corsa dura davvero poco.

Comunque, lasciamo da parte le metafore, almeno per il momento. Qualche anno fa, forse troppi, sono capitato su un blog, non mi ricordo nemmeno più quale o di chi fosse. Aveva alcuni articoli interessanti su due aspetti: la recensione (e alcuni articoli di approfondimento) del libro Detto, fatto! L’arte di fare bene le cose di David Allen e la spiegazione sul come cambiare le proprie abitudini in 30 giorni. Penso sia stata una delle letture più illuminanti. Per la prima volta ho avuto tra le mani uno strumento per lavorare effettivamente su di me, sulle mie abitudini e per farlo in maniera oggettiva. Unendo queste due tecniche ho risolto alcune questioni, e le ho risolto tutto sommato bene.

La teoria dei 30 giorni è tutto sommato semplice: se ripetiamo ogni giorno per 30 giorni di fila un’azione, quell’azione diventerà un’abitudine. Capite bene le implicazioni di questa affermazione. Se, per dire, volessi riprendere a scrivere ogni giorno, basta che mi ci metto per 30 giorni e poi sarà tutto più semplice. Oddio, detta così sembra una cosa magica. Meglio fare un passo indietro e ricominciare dall’inizio.

Charles Dickens

Una volta Charles Dickens disse che

Non avrei potuto far nulla di quello che ho fatto senza l’abitudine alla puntualità, all’ordine e a alla perseveranza, e senza la determinazione di concentrarmi solo su una cosa alla volta.

Ma costruire un’abitudine è difficile. Ed è difficile smettere con le cattive abitudini e sostituirle con delle buone. Ci vuole tempo e perseveranza. Quanto tempo? Secondo alcuni studi ci vogliono da un minimo di 18 a più di 250 giorni per far sì che le abitudini diventino automatiche. La regola dei 30 giorni (o dei 21 giorni in altre versioni) deriva da questi studi. E sconfina più nel mito che con la scienza.

Ma resta il fatto che, in alcune condizioni, è possibile cambiare un’abitudine in circa 30 giorni. Quali sono queste condizioni?

La prima è avere perseveranza, la seconda è che sia una piccola cosa, la terza è che in qualche modo teniamo traccia del mutamento che vogliamo raggiungere.

Perseveranza perché è solo se forziamo noi stessi, ogni giorno, possiamo avviare un cambiamento. Ma è difficile essere motivati per periodi di tempo molto lunghi. E più un lavoro è lungo, e più richiede una forte motivazione più è probabile che o procrastineremo o ci fermeremo dopo poco. Qui viene in nostro aiuto la regola dei 30 giorni. O, come la chiamo io, la regola di Netflix: facciamo un periodo di prova per un mese della nuova abitudine. Ogni giorno per solo un mese. Come se fosse l’abbonamento di prova di qualche servizio online. E teniamo bene a mente che se non funziona possiamo sempre disdire, in qualsiasi momento.

Pare assurdo, ma funziona. In fin dei conti stiamo provando, che ne so, a leggere ogni giorno una pagina di un libro. Mica mi sto impegnando a farlo per un anno, solo per una manciata di settimane. Se va male e non ci riesco ho perso poco tempo. Nessun rischio. Però, ed è un grande però, se dopo un mese che leggo ogni giorno una pagina diventa quasi naturale continuare. Perché diventa un’abitudine, perché diventa che ho visto che si può fare. E perché ci ho preso gusto.

La seconda condizione è la più semplice ma anche la più infingarda: cominciare dalle piccole cose. È inutile pensare di partire correndo la maratona ogni mattina. Meglio cominciare con calma, una piccola cosa alla volta, un passettino dopo l’altro. Quindi, una pagina al giorno, magari in metropolitana o sul treno, invece di dire voglio scrivere ogni giorno un’ora. E poi, giorno dopo giorno, man mano che ci si prende la mano (e in questo caso letteralmente visto che parlo di scrittura con la penna a sfera) si può aumentare il tempo dedicato. E anche qui, nel giro di un po’ di tempo diviene un’abitudine. Quanto tempo? Dipenderà da altri fattori, ma nella nostra giornata ci sarà, stabilmente lo spazio da dedicarci.

Misurare le cose

Infine la questione dei numeri, di cui ho già parlato: è importante registrare, in qualche modo, i propri progressi. Non serve tanto, anche un semplice Bullet Journal in cui mettere una crocetta ogni giorno in cui si è rispettato l’impegno preso con noi stessi.

Ricordando però una cosa: sarà inevitabile spezzare la catena dei 30 giorni consecutivi. Perché per quanto piccole che siano, le nuove abitudini richiedono sforzo e determinazioni. E capiterà sempre qualcosa che ci metterà alla prova. A volte lasceremo perdere, a volte dopo una o due o tre o chissà quante false partenze ci riusciremo finalmente.