Quindi, dicevo ieri delle tecniche per gestire meglio il tempo e di come mi stia trovando bene con il Bullet Journal (che io chiamo BuJo). Ma cosa è un Bullet Journal? È un metodo di organizzazione personale ideato da Ryder Carroll. Metodo che sto usando oramai da qualche mese e con cui mi sto trovando davvero bene.

Cosa è il Bullet Journal e perché usarlo

Quindi, cos’è? Penso che la definizione migliore sia descriverlo come un’agenda personalizzabile a mano. Dove per agenda intendo un qualsiasi quaderno, a quadretti o a righe non ha importanza. E con “a mano”, intendo con penna e/o matita. Un quaderno vero, quindi, su cui scrivere con delle penne e delle matite reali. Nulla di digitale, tutto in caro e vecchio analogico.

La prima volta ho pensato che fosse solo un vezzo, ma è importate la possibilità di modificare completamente il proprio BuJo. Perché le agende classiche non sono mai davvero adatte alle proprie esigenze. Possono avere poco spazio per i giorni, o magari troppo per alcuni altri. Sono rigide, a volte sono anche ingombranti. Possono essere belle ma senza le pagine che ci servono. Oppure essere talmente brutte (secondo il proprio gusto) da far passare la voglia di usarle.

Un quaderno, invece, è un quaderno: può essere decorato, colorato, modificato facilmente. Oppure, come ho scelto io, lasciato in bianco e nero, con uno stile minimal e funzionale. Sì, perché il bello del Bullet Journal è il suo essere decisamente funzionale, funzionante ed efficace.

Cosa serve per fare un Bullet Journal

Cosa serve

Due cose. Solamente due cose:

  • Un quaderno: non uno di quelli costosi, anche se io ho cominciato con l’originale Leuchtturm 1917 e poi sono passato a una Moleskine. Va benissimo qualsiasi quaderno, anche quelli di Tiger. Io uso un quaderno con le pagine puntinate: trovo i puntini meno invadenti dei quadrattini e soprautto mi aiutano a scrivere un po’ più in ordine. Ho una scrittura da zampe di gallina, lo so. Ma in realtà va bene qualsiasi cosa, anche le righe.
  • Una penna, oppure una matita. Nel mio primo Bullet Journal ho scritto quasi tutto a matita. Nel secondo, tutto a penna. Anche perché sto usando una Smartpen Pen+ Ellipse di Moleskine. Ma va benissimo qualsiasi cosa, anche penna e calamaio se vogliamo. L’unica cosa fondamentale è che ci troviamo bene, che ci piaccia quello che usiamo per scrivere e che (magari) l’inchiostro non trapassi nelle pagine successive.

Non serve davvero altro. Se cercate online troverete molti tutorial con dei Bullet Journal ultra decorati e artistici. Lasciate stare, non è importate che il BuJio sia bello. L’importate è che funzioni e ci aiuti a gestire meglio il nostro tempo, i nostri impegni e la nostra vita.

(E, sì, sono assolutamente invidioso di chi ha spiccate doti artistiche. Piacerebbe anche a me saper creare Bullet Journal meravigliosi. Ma, davvero, la funzione principale del Bullet Journal è semplificare le cose. E in questo uno stile minimal e semplice è la scelta - per me - ottimale.)

Come si usa un Bullet Journal

Scrivere

Si usa nella maniera più semplice possibile. Nessun bisogno di mille teorie e mille complicazioni. Si usa e basta, e il più velocemente possibile. Per farlo occorre però un po’ di allenamento e alcune, piccole, regole e consigli:

  1. Scegli per cosa usarlo. Non è necessario che serva per tutto. Io lo uso come diario personale, come agenda delle cose importanti e come tracking per idee e per i #100DaysOfCode. E poi ne ho un altro che uso per lavoro, e solo per quello. (E qui dovrei aprire una parentesi sul perché, magari ci torno alla fine o domani, vediamo).
  2. Scegli come usarlo. C’è una sola cosa fondamentale in un Bullet Journal: l’indice. Il resto è tutto facoltativo. Ah, ogni sezione viene chiamata raccolta, l’indice è la raccolta base. Se non si sa come iniziare, si apre la pagina 1 e si scrive in alto “Indice”.
  3. Inizia a usarlo. Nell’indice vanno inseriti numeri di pagina delle varie raccolte (cioè le sezioni, le parti, gli argomenti, chiamateli come vi pare) che ci interessano. Per esempio, possiamo avere un indice fatto così:
    • Elenco libri da leggere, pag. 4
    • Serie TV, pag. 6
    • Diaro del Futuro, pag. 8
    • Progetti per i 100 giorni, pag. 10-12-14
    • Febbraio, pag. 16
    • Diaro del Grazie, pag. 22 Non è importate l’ordine, l’importante è che ci siano le cose che ci servono.

Comunque, in genere ci sono alcune raccolte comuni a tutti i Bullet Journal (oltre all’indice ovviamente):

  • Diario del futuro in cui annotare tutti gli impegni e le cose da ricordare nei mesi successivi
  • Diario del mese in cui segnare tutti gli impegni e i compiti da fare nel mese in corso
  • Diario del giorno in cui segnare tutti gli impegni e i compiti da fare durante il giorno

E fin qui siamo nell’ambito delle agende tradizionali, solamente creata a nostro uso e consumo. La cosa che ho trovato molto, ma davvero molto utile è il tempo. E con tempo intendo che mi sono imposto alcune abitudini, abitudini che sono riuscito a rispettare per oramai più di 100 giorni:

  • ogni giorno scrivo almeno una riga che riassuma la giornata: in questo modo sono costretto a riflettere su cosa ho fatto di giusto e di sbagliato. E, soprattutto, adesso ho del materiale prezioso su di me da usare per migliorarmi;
  • ogni giorno scrivo le cose che devo fare e le spunto man mano che le faccio: banale, ma alla lunga si sta rivelando molto efficace;
  • ogni volta che devo fare qualcosa me lo segno. Ogni volta che ho un’idea me la segno. Ogni volta che mi viene in mente qualche cosa di interessante, la segno;

C’è una cosa che non sono riuscito a fare ancora bene, ed è la riflessione mensile. Quando si comincia un nuovo mese dovrei scorrere tutti i compiti non ancora completati ed eliminare quelli che in fin dei conti non sono importanti. Ma ci posso lavorare posso provare a correggere questo mio difetto.