Poi capita che Delos faccia gli sconti. Capita anche che preso dalla frenesia compri ebook di cui non ti interessa nulla. E poi scopri che quel libro invece è proprio bello. Ma bello forte, dico davvero. Perché Miles Vorkosigan l’Uomo del Tempo, è un romanzo militare, ma di quelli fatti bene. Con un protagonista storpio, dalla mente acuta e con quel giusto miscuglio di supponenza e di umiltà. E con un futuro (glorioso?) davanti. Almeno stando a quanto dice chi conosce il ciclo dei Vor. Perché, lo ammetto, non avevo mai letto nulla di Lois McMaster Bujold: recupererò questa lacuna prima o poi, lo prometto.

La storia di Weatherman, questo il titolo originale del romanzo, si svolge interamente sul pianeta Barrayar, e per la precisione nei pressi del Polo Nord. Qui, infatti, viene spedito Miles Vorkosigan appena uscito dall’accademia militare, con il compito di meteorologo nella base di addestramento della fanteria.

Cosa rende diverso Miles dagli altri eroi guerrieri dei romanzi militari? Beh, tanto per cominciare non è un guerriero: basso, storpio, con mille problemi dovuti a un avvelenamento, ossa fragili. La sua unica arma è la mente: acuta, brillante, intuitiva. Persino essere l’unico figlio del reggente di Barrayar, l’ammiraglio ed eroe Aral Vorkosigan, è un problema; in fin dei conti il rischio di passare per il classico figlio di papà è sempre dietro l’angolo.

Miles Vorkosigan l’Uomo del Tempo sviluppa due aspetti a mio parere interessanti:

  1. come si dirige una squadra
  2. dove comincia la responsabilità individuale

Però prima di andare avanti stai attento: ci sono un paio di spoiler.

Come si dirige una squadra

Se sei il figlio di una leggenda vivente, eroe di guerra, salvatore della patria nonché l’autorità più importante dell’impero, come mai finisci in una base sperduta in mezzo ai ghiacci? Beh, perché sei anche indisciplinato, e non sai assolutamente farti seguire dai tuoi uomini. Ed è questo il rebus che devi risolvere. O, meglio, che Miles Vorkosigan deve risolvere appena arrivato alla base Lazkowski: come si diventa dei bravi leader?

Responsabilità individuale e responsabilità collettiva

l secondo tema affrontato da Lois McMaster Bujold è più drammatico: cosa fare quando si riceve un ordine criminale? E, sopratutto, come distinguere un comando lecito da uno illecito? A volte la differenza è sottile, e lo stesso Miles si ritrova in difficoltà. Se da un lato per noi lettori è facile distinguere il bene dal male, dall’altro lato diventa difficile per chi si ritrova isolato nel gelo capire fin dove può arrivare la disciplina militare e dove comincia l’insubordinazione.

Interessante il modo utilizzato da Miles per risolvere la questione. Anche se le parole finali del conte Vorkosigan lasciano la curiosità:

Sì, [hai fatto] una cosa giusta. Anche se forse non la più giusta in assoluto. Forse fra tre giorni ti verrà in mente una tattica più intelligente…

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